La coltivazione dei semi autofiorenti deve essere portata avanti con molta attenzione. Avere a disposizione questi semi non è difficile, ma la scelta deve essere fatta con cura, perché è sempre bene affidarsi a delle aziende che possano mettere a disposizione dei prodotti di qualità. La prima cosa da fare per iniziare la coltivazione di questi semi consiste nell’avere una certa conoscenza di alcuni dettagli importanti. I semi autofiorenti, infatti, hanno un limitato ciclo di vita, quindi bisognerebbe evitare di determinare un eccessivo stress nei confronti di questi elementi. Ma vediamo alcuni suggerimenti utili sulla scelta dei semi autofiorenti e su come coltivarli.
Le tipologie di semi autofiorenti
Per comprare semi autofiorenti bisogna distinguere tra le varie tipologie. La caratteristica comune a tutti è il fatto che non sono fotoperiodici e quindi non sono suscettibili ai cicli di luce. Infatti, quelli regolari autofiorenti fioriscono automaticamente dopo un certo periodo.
Ci sono poi i semi femminizzati autofiorenti, che hanno un determinato ciclo di vita. Le piante che risultano dalla coltivazione di questi semi iniziano a fiorire circa quattro settimane dopo. Questo avviene indipendentemente dalla loro esposizione alla luce.
Si tratta di semi molto pratici da utilizzare e hanno come caratteristica fondamentale il fatto di produrre soltanto piante femminili. Hanno una resa veloce e non hanno bisogno di molti spazi per la coltivazione.
Inoltre bisogna ricordare che i semi autofiorenti riescono a produrre delle piante che resistono bene ai parassiti e alle malattie. Questo può essere un aiuto in più specialmente per chi non si è mai cimentato in questa attività di coltivazione.
Come gestire la coltivazione
Ma andiamo direttamente ai consigli più utili che possono rappresentare un punto di riferimento per gestire la coltivazione dei semi autofiorenti. Il primo passo da compiere in questo senso consiste nel garantire una buona reidratazione.
Quindi per esempio i semi si possono mettere in un bicchiere d’acqua e tutto ciò costituisce davvero un’operazione importante per ottenere risultati efficaci. Poi si passa a piantarli. Ci sono varie opzioni da tenere in considerazione per quanto riguarda la scelta del terreno. Di solito sarebbe meglio scegliere fra il terriccio e i substrati neutri.
Se si sceglie il terriccio, si dovrebbe avere cura di sceglierne uno leggero. Per esempio si possono mettere insieme torba e compost e poi va aggiunta la perlite. Per quanto riguarda gli altri substrati che abbiamo nominato, invece, si potrebbe scegliere la lana di roccia o la fibra di cocco.
In ogni caso bisogna prestare particolare attenzione all’irrigazione. Infatti è vero che la quantità di acqua può fare davvero la differenza nella coltivazione di questi semi di cui stiamo parlando, perché il terriccio dovrebbe restare umido, ma questo non vuol dire che bisogna bagnarlo eccessivamente per non provocare danni alle piante.
Una certa cura va riservata anche all’apporto delle sostanze nutritive. Infatti le piante autofiorenti non hanno molto bisogno di aggiunte, soprattutto nella fase di germinazione e nella fase vegetativa.
I consigli che riguardano l’illuminazione
Il vantaggio principale costituito dai semi autofiorenti è rappresentato soprattutto dalla semplicità della gestione dell’illuminazione. Anche se le piante che nascono dai semi autofiorenti non sono fotoperiodiche, quindi non seguono il ciclo dell’illuminazione, è opportuno comunque non trascurare questo elemento.
Innanzitutto bisogna scegliere bene la lampada. Ma come fare a scegliere la lampada giusta? Tutto naturalmente dipende dalle nostre esigenze. Se per esempio abbiamo la necessità di risparmiare economicamente, possiamo scegliere i LED, che consentono di non avere consumi eccessivi.
Se invece si ha poco spazio a disposizione, la scelta giusta potrebbe essere rappresentata dalle lampade a fluorescenza, in modo che le piante possano stare più vicine alla fonte luminosa.