Loading...

Atuttapagina.it Logo Atuttapagina.it

Dormire poco aumenta il rischio di malattie: cosa dice la scienza

Redazione Avatar

di Redazione

29/07/2025

TITOLO
Nelle città che non dormono mai, dove gli orari si piegano al lavoro e alle notifiche, il sonno è diventato un margine. Eppure, sotto i sei ore per notte, il corpo comincia a cambiare. A rilevarlo non sono impressioni ma biomarcatori: infiammazione sistemica, pressione instabile, resistenza insulinica alterata. Una ricerca pubblicata in collaborazione tra università europee e centri medici italiani ha documentato come la privazione di sonno incida su cuore, metabolismo e funzioni neurologiche in modo più incisivo di quanto stimato finora. Gli effetti, accumulati nel tempo, agiscono in silenzio. E, soprattutto, riguardano milioni di persone soprattutto comprese nella fascia d'età tra i 35 e i 60 anni.

L’equilibrio che salta senza rumore

Dormire poco non provoca solo stanchezza. Nelle analisi, chi mantiene ritmi di sonno compressi mostra una maggiore attivazione del sistema simpatico, livelli più alti di cortisolo e un’alterazione nella produzione di leptina e grelina, gli ormoni che regolano fame e sazietà. Il risultato è un circolo vizioso: si tende a mangiare di più, spesso zuccheri rapidi, e ci si muove meno. Nel lungo periodo, i soggetti cronici sviluppano un rischio più alto di diabete di tipo 2, ipertensione e malattie coronariche. Il sonno non è una parentesi, ma parte integrante del metabolismo stesso. La falsa percezione di “sentirsi bene” Una delle insidie maggiori è l’adattamento apparente: molte persone dichiarano di funzionare perfettamente con cinque ore per notte, ignorando che le alterazioni si manifestano ben prima dei sintomi. Nei turnisti, negli studenti o tra chi lavora da remoto fino a tardi, i ritmi circadiani sono i primi a spezzarsi. I test cognitivi rivelano difficoltà nell’attenzione sostenuta, nella memoria operativa e nei tempi di reazione. A livello pubblico, la questione resta sottovalutata, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito il sonno tra i fattori protettivi da monitorare nelle politiche sanitarie dei prossimi anni.
Redazione

Redazione